IL SIGNORE DEI BIDELLI (rubrica fantasy)
Cari lettori, mi sono accorto solo ora di aver parlato di romanzi, saghe e serie tv fantasy, senza mai veramente spiegare che cos'è il fantasy. Definire questa categoria letteraria così vasta potrebbe risultare un po’ complicato (un po’ come spiegare cos’è l’amore o la felicità), tuttavia, si può affermare con certezza che il fantasy comprende qualsiasi forma d’arte che presenti al suo interno i seguenti elementi: ambiente fantastico e soprannaturale, elementi tratti da miti e leggende, forme di magia, animali fantastici, simboli, metafore… Proprio per la sua caratteristica di rappresentare realtà al di fuori del mondo che conosciamo, questo genere si diffuse particolarmente nel corso del XIX° e del XX° secolo, quando scrittori e artisti cercavano, nella scrittura e nell’arte a tutto tondo, un modo per evadere dalla realtà del primo e del secondo dopoguerra, attraverso la creazione di mondi immaginari dove ambientare epiche avventure contro forze maligne che mettono in crisi l’equilibrio del mondo.
La caratteristica principale, quindi, del genere fantastico è senza dubbio la trama: per rendere una storia unica nel suo genere, l’autore deve focalizzarsi su diversi aspetti tra cui il worldbuilding, il sistema magico (se esiste), i personaggi e, ovviamente, l’azione. Per “Worldbuilding” si intende la creazione del mondo, ed è in questo passaggio che l’autore deve decidere che tipo di ambientazione dare al proprio racconto. Esistono due tipi di worldbuilding (ognuno con i suoi pro e contro) che si differenziano soprattutto per il metodo con cui l’autore decide di descrivere il proprio mondo fantastico al lettore: c’è “l’hard worldbuilding” e il “soft worldbuilding”. Il primo è caratterizzato da precise spiegazioni, ricche di dettagli, e di parti del racconto tramite le quali il narratore informa il lettore di ogni minima informazione necessaria alla comprensione di ciò che egli sta leggendo. Un esempio molto chiaro potrebbe essere la descrizione di una città attraverso la presentazione del tipo di governo (democrazia o tirannia), la gerarchia, le tradizioni, la cultura, le infrastrutture… tutto ciò, insomma, che serve a colui che legge per immaginarsi nei minimi dettagli ciò che l’autore vuole comunicare.
Nel “soft worldbuilding”, invece, nulla o pochissimo viene spiegato al lettore: l’intero mondo che si viene a creare non sarà uguale a ciò che l’autore aveva immaginato, ma si avrà un’ambientazione personale e soggettiva che varia in base al tipo di lettore. Ogni persona, quindi, si immaginerà un mondo diverso. In questo caso, vi voglio portare all’attenzione il film di Hayao Miyazaki “La città incantata”: in questo magnifico film, il mondo che ci si presenta davanti è talmente strano e differente dalla realtà, che non possiamo fare altro che arrenderci alla fantasia dell’autore e goderci il film, senza cercare un senso dietro le azioni della protagonista o qualunque altro procedimento logico, perché non lo troverete. La peculiarità di questo worldbuilding sta proprio nel fatto che il lettore e l’autore non sono vincolati da nessun tipo di regole e la fantasia è libera di viaggiare seguendo esclusivamente le proprie regole.
Infine vorrei affrontare il tema del sistema magico. Per una questione di lunghezza dell’articolo, salterò i personaggi e la trama, in quanto solo l’autore sa quali personaggi inserire nella propria storia e come essa andrà a svilupparsi. Anche per i sistemi di magia, si usano i termini “hard” e “soft”. Per “hard magic systems”, si intende un tipo di magia dove esistono delle regole precise con delle limitazioni al potere concesso ai personaggi. Si arriva così ad avere un “meccanicismo magico” dove ad ogni causa corrisponde una conseguenza. Ciò permette al lettore di capire come funziona la magia e, di conseguenza, predire in qualche modo ciò che avverrà, mentre l’autore deve cercare di risolvere i problemi dei personaggi rimanendo all’interno delle leggi che lui stesso ha creato cercando, magari, dei punti deboli o dei modi ingegnosi per rigirare una legge a proprio favore.
Per “soft magic systems” si intende, invece, un tipo di magia dove il lettore è all’oscuro di tutto. Egli non ne conosce le leggi, i costi, le limitazioni… Ciò permette all’autore di risolvere o creare delle complicazioni, senza spiegarne le cause. Sebbene tutto ciò possa far apparire la magia come deus ex machina, questo sistema permette all’autore di sorprendere chi legge con colpi di scena che nessuno si aspettava. Prediligono questo sistema magico, infatti, quei libri dove la narrazione è dal punto di vista di un personaggio non-magico e che, quindi, non ne conosce né le capacità né come funziona, lasciando spazio all’incertezza e al mistero.
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